Il modo più classico ed efficace è quello di assumere i granuli o le gocce al mattino, appena alzati, posizionandoli sotto la lingua ma senza toccarli con le dita per impedire che l’untuosità e umidità presente su queste possa intralciare l’assorbimento del rimedio e ridurne l’effetto. Quando si prendono dei rimedi più volte al giorno è necessario avere l’accortezza di non mangiare, bere o fumare per circa 30 minuti prima e dopo l’assunzione.
Come si dà un rimedio omeopatico ad un bambino?
I bambini molto piccoli o i lattanti hanno difficoltà a sciogliere in bocca i granuli. Ecco quindi che possiamo scioglierne una decina di granuli in poca acqua e somministrarne 2-3 cucchiaini nell’arco di una giornata, oppure sciogliere i 3-4 granuli prescritti dal medico in acqua e la si somministra nel giro di qualche minuto.
Vi sono precauzioni alimentari e bevande da seguire durante la terapia omeopatica?
Una volta si consigliava no tè, caffè, alcolici, menta, spezie, dentifricio, l’uso della varecchina…, oggi si suggerisce la moderazione per questi alimenti e l’oculatezza nella scelta di un prodotto che non infici l’azione del farmaco omeopatico.
I rimedi omeopatici (granuli o gocce) vanno presi a digiuno?
É una precauzione che ha ragione d’essere. Sia che si assumano granuli o gocce è bene non ingerire cibo e bevande per 30 minuti prima e dopo l’assunzione del farmaco omeopatico.
Perché una visita omeopatica è più lunga di una normale?
Il medico omeopata prende in considerazione sia il problema specifico che gli viene sottoposto dal punto di vista fisico, sia gli aspetti psicologici e comportamentali del paziente che si sono modificati con l’insorgere della malattia. Per identificare il rimedio più “simile” alla patologia e alla persona stessa occorre conoscere con cura la sua storia e le sue particolarità, anche riferite ad altre malattie o a comportamenti manifestati in passato. Il farmaco omeopatico, a seconda della diluizione, agisce sia sul piano fisico sia sul piano psichico, quindi è importante identificare tutte le alterazioni che si sono verificate nell’organismo per capire qual è il rimedio giusto da somministrare.
Chi è la persona competente a praticare l’Ayurveda?
Qualsiasi medico ayurvedico in possesso di tale titolo / qualifica come menzionato nel 2 °, 3 ° e 4 ° programma dell’Indian Medicine Central Council Act del 1970 è un medico riconosciuto. O il Medico Occidentale che ha seguito regolari corsi di Medicina Ayurvedica e che ha sostenuto gli esami di qualifica per tale riconoscimento. Non a caso la pratica del Panchakarma è un atto medico, come anche le altre terapie, ma da noi massaggi, shirodhara, nasya ecc. sono lasciate alla persona non medico e che forse ha seguito un breve corso w.e. per impadronirsi di queste tecniche.
C’è qualche razionale dietro l’integrazione dell’Ayurveda con la medicina occidentale?
A causa della vasta gamma multidimensionale di efficacia del trattamento ayurvedico, in cui alcune condizioni o sintomi della malattia diventano refrattari al trattamento convenzionale, un approccio armonizzato di questi due sistemi di assistenza sanitaria ha dimostrato di essere fruttuoso e di grande successo. L’Ayurveda a volte può aiutare entrando in sinergia, a volte si contrappone e minimizza la tossicità dei farmaci moderni.
Quali sono i principali libri di riferimento classici di Ayurveda?
I principali testi classici di riferimento dei principi ayurvedici comprendono Charak Samhita, Susrut Samhita, Astang Hridaya, Sharangdhar Samhita, Madhav Nidan, Kashyap Samhita, Bhavprakash e Bhaisajya Ratnavali, ecc..
Qual è l’origine dell’Ayurveda?
Ayurveda è l’antico sistema sanitario indiano, antico quanto l’Universo!. Gli antichi testi vedici fanno riferimento a rimedi ayurvedici e aspetti affini a medicina e salute. Atharva-veda si occupa principalmente di ampie informazioni ayurvediche. Ecco perché si dice che l’Ayurveda sia la manifestazione di Atharva Veda