Chi sono

Laureata e specializzata in Puericultura all’Università di Bologna, ho proseguito gli studi a Modena conseguendo la specializzazione in Scienza dell’Alimentazione. Poi il vivace percorso lavorativo con il primo lavoro in Libia, in chirurgia pediatrica all’Ospedale Maggiore di Bologna, il sogno rimasto nel cassetto,  e molte curiosità che, nel 1980,  mi hanno portata a scoprire altre nuove e innovative realtà, ma sempre in ambito medico. La scelta di offrire e condividere con altri Colleghi quanto avevo appreso, il proporre come docente argomenti nuovi, la diatermocoagulazione, la medicina estetica, il camouflage, e altro ancora è stato per me uno stimolo a crescere. La vita nel suo iter dà sorprese inaspettate piacevoli e non, che vanno accettate. Così ho trovato il lato positivo degli eventi spiacevoli e ho fatto delle scoperte stimolanti: l’omeopatia, la medicina ayurvedica, l’aromaterapia, la teosofia, a quei tempi chiamate Altra Medicina.

Sono medico per passione. Oggi utilizzo la medicina appresa all’Università che integro con l’Omeopatia, l’Ayurveda, perché, come afferma la definizione ufficiale molto chiara ed inequivocabile dell’American Institute of Homeopathy , “ Il medico omeopata è quello che aggiunge alla sua conoscenza di medicina generale una speciale conoscenza dell’omeopatia.”

Nel corso degli anni ho fatto miei questi 3 pensieri:

Samuel Hahanemann, per il quale un aspetto essenziale dell’omeopatia è l’ approccio al malato che deve essere globale e personalizzato: è molto importante individuare le caratteristiche reattive proprie di ogni singolo paziente (concetto di terreno), l’aspetto costituzionale (inquadramento costituzionale), le tendenze morbose (diatesi), lo psichismo e le modalità di aggravamento o miglioramento: tutto ciò consente di individuare con la maggior precisione possibile il rimedio “simile o simillimum” cioè la sostanza specifica per i disturbi del paziente che, attraverso un meccanismo energetico informazionale, guiderà l’organismo verso la “vera” guarigione.

Gandhi

“Il mio amore per la cura naturale e i sistemi indigeni non mi rende cieco ai progressi compiuti dalla medicina occidentale, malgrado l’abbia stigmatizzata come magia nera. Ho usato quella dura espressione ― e non la ritiro ― perché essa ha contemplato la vivisezione e tutto l’orrore connesso, perché non si ferma davanti a nessuna pratica, per quanto maligna possa essere, pur di prolungare la vita del corpo e perché ignora l’anima immortale che risiede nel corpo.”

Franco Basaglia

“In medicina, l’incontro tra medico e paziente si attua nel corpo stesso del malato. Questo corpo che si offre al medico per essere curato, non corrisponde al “corpo vissuto”, al “corpo proprio”, con tutte le modalità e le implicazioni soggettive ad esso inerenti, ma viene considerato dal medico nella sua nuda materialità ed oggettualità. Che il corpo visitato dal medico appartenga al soggetto specifico che lo vive e lo significa, ciò esula dalla finalità del rapporto che viene ad instaurarsi. Il soggetto, che pur è il significato di quel corpo sofferente, non viene preso in causa in questa relazione particolare, come se fosse mantenuto ad una certa distanza. In questo senso l’incontro tra medico e malato si attua attraverso un corpo anatomico che serve, contemporaneamente, come soggetto di indagine e come secondo polo del rapporto; si tratta cioè, di un incontro tra un soggetto ed un corpo cui non viene data altra alternativa oltre essere oggetto agli occhi di chi lo esamina. Estraneo dunque a quest’ultimo quanto al soggetto che lo significa, pur essendo insieme il momento cruciale e la finalità stessa della relazione.”

Valutare, osservare, ascoltare ciascun essere umano grande o piccolo, ricco o povero, malato o in salute, solo così credo sia possibile curare e fare prevenzione per la buona salute.

Mi fa piacere chiudere questa pagina con 2 pensieri: il primo attempato e il secondo moderno:

– “Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione,  verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e  senza farsene accorgere, in una dittatura. E il tentativo di limitare  l’arte della medicina solo ad una classe di persone, rappresenterà la Battaglia della scienza medica”.  (Benjamin Rush, firmatario  della Dichiarazione  d’Indipendenza USA – 17 Settembre 1787)

– “La Medicina dei giorni nostri è molto spesso ingiusta perché tende ad abbandonare coloro che hanno più bisogno di aiuto.”  (Silvio Garattini)